A cosa servono le chiavi dinamometriche?

Amate dai professionisti come noi, odiate dagli “Esperti” del montaggio perni  “A Sensazione”.

Le chiavi dinamometriche sono strumenti ideati per il serraggio controllato di dadi, viti, bulloni, perni e boccole.

Serraggio controllato perché sono dotate di uno speciale meccanismo che segnala quando abbiamo raggiunto il serraggio prefissato, chiamato “valore di coppia”, che consente di stringere al massimo della filettatura senza deformare il bullone o la vite.

Questo controllo, se volgiamo scendere in tecnicismi, avviene attraverso la misurazione del valore di serraggio, espresso con diverse unità di misura: newton, libbre, piedi. Proprio in virtù di questa assoluta precisione, le chiavi dinamometriche sono lo strumento migliore per queste operazioni, perché la sensibilità manuale non può essere ovviamente così affidabile e rischia non soltanto di danneggiare le due parti, ma di non riuscire ad assicurare che il carico sia distribuito in modo omogeneo.

(E NEL CASO DELLA MOTO E’ FONDAMENTALE)

In qualunque officina professionale le chiavi dinamometriche sono uno strumento fondamentale.
L’uso delle chiavi dinamometriche, se fatto correttamente e con chiavi affidabili e certificate, consente di avere la certezza di non rovinare il bullone e di avvitare sufficientemente la vite.

SALVANDO LETTERALMENTE LA VITA DEL MOTOCICLISTA.

Un esempio?

Hai mai provato a frenare senza che le pinze freno fossero strette?

Credimi, non è piacevole.

Quali sono le diverse tipologie di Dinamometriche?

Possiamo dividere le chiavi dinamometriche in due macro-categorie: a scatto e a quadrante/indicazione diretta.

  • A scatto. Con le chiavi dinamometriche a scatto possiamo impostare un valore di serraggio, bloccarlo per evitare che cambia accidentalmente, e leggerlo su un quadrante o sulla chiave stessa via via che lavoriamo. Sentiremo uno scatto quando avremo raggiunto il nostro valore predefinito.
  • A indicazione diretta o a quadrante. Chiamate anche “a lancetta”, si compongono di due barre: una funziona come quadro graduato e l’altra appunto come lancetta utile per segnalare la forza utilizzata. Con la chiave a quadrante dovremo stringere la vite o il bullone fino a che non arriveremo all’indicazione prefissata.

Quando e per quale motivo dobbiamo usare le chiavi dinamometriche?

Quale chiave dinamometrica dobbiamo scegliere?

La risposta a questa domanda è condizionata dal tipo di lavoro che vogliamo svolgere, con l’accortezza generale che una misurazione precisa è garantita soltanto da una chiave che operi il più possibile nel mezzo del suo intervallo di regolazione tra i due poli opposti di minimo e massimo.

Per esempio, se voglio serrare un dado a 25 NM, tra una chiave da 20-215 NM e una da 10-100 NM sceglierò la seconda.

È importante utilizzare le chiavi dinamometriche perché altri tipi di utensili non permettono la conferma di valori prefissati: il valore di coppia raggiunto “a mano” è per forza soggettivo.

Un altro esempio?

Mai provato a smontare un asse stretto con la cosiddetta stretta “Alla Morte”?

Nel dubbio parliamo di qualche “furbone” che ha precedentemente stretto l’asse con una pistola idraulica usata per i camion..:D

Di norma le viti vengono serrate a valori troppo elevati e in caso di carichi superiori alla sua resistenza alla trazione, si possono verificare SBIELLATURE O PEGGIO ANCORA rotture.

D’altra parte anche serraggi troppo deboli posso essere potenzialmente pericolosi.

Un altro esempio?

Hai mai provato a frenare in emergenza e accorgerti che le pinze freno erano “ molli”?

Magari, stavi andando a 170 km/h e avevi bisogno di una frenata d’emergenza, perché qualcuno ha inchiodato davanti a te.

 Se ne puoi ancora parlare, sei stato molto fortunato.

Per tutti questi motivi la sicurezza di serraggi sicuri e conformi può essere raggiunta soltanto utilizzando strumenti (chiavi o avvitatori) in grado di raggiungere un valore di coppia preciso, né superiore, né inferiore.

Come usare una chiave dinamometrica ?

Per prima cosa dobbiamo conoscere il valore di serraggio che andremo ad applicare: possiamo controllare sulle istruzioni fornite dal produttore del componente e quindi impostare la chiave sul grado che ci serve.
In assenza di indicazioni dettagliate del produttore, andremo a usare le tabelle apposite che indicano i valori di riferimento sulla base del materiale e dell’applicazione del nostro componente.

Facciamo un esempio: le viti hanno una classe di resistenza (4.8 6.8 8.8 10.9 12.9) in base al metallo di cui sono composte. Conoscendo questa caratteristiche e misurandone il diametro, possiamo facilmente determinare un intervallo di regolazione utile al nostro scopo.

Parliamo adesso di accoppiamenti:

No, non è quello che credi…

Non tutti i tipi di accoppiamento sono uguali, vediamoli insieme:

  • Rigidi. In questi casi gli elementi hanno un grado elasticità ridotta, sono duri e resistenti. Per esempio nel caso di elementi di acciaio accoppiati tramite un dado.
  • Elastici. Al contrario, qui abbiamo uno o più elementi di fissaggio elastici. Per esempio una rondella elastica accoppiata con un dado per fissare due parti di acciaio. Ricordiamo in questo caso che è importante considerare lo snervamento della parte elastica, perché andrà a influire sul valore di serraggio.

Bene, è tutto per adesso!

Seguici sui nostri canali per rimanere sempre aggiornato sulle novità del Mondo delle 2 ruote!

Ciao e a presto!

A Tutto Gas!

Team Mondialgomme

Scopri le ultime novità del mondo due ruote sul nostro E-commerce “PilotaPro”

Clicca qui!

Articoli recenti

Commenti recenti

    Entra nella realtà Mondialgomme!

    Informazioni, offerte speciali e promozioni nella tua casella mail.